Motivi...

venerdì 30 marzo 2012

http://quella-parte-di-me.blogspot.it/

Tutti i motivi (ma non solo), sono spiegati lì. Avevo voglia di usare il mio nome, di non nascondermi più dietro uno stupido nick!
E così, si cambia... Spero che mi seguirete, inseritevi pure tra i lettori del nuovo blog e eliminate la lettura di questo che tanto, tra un po' cancellerò del tutto...
Ci vediamo di là ragazze, vi voglio bene!

Giornata Internazionale della donna.

giovedì 8 marzo 2012

Io la "festa della donna", così come siamo solite pensarla, legata al consumismo e alla stupidità umana, non l'ho mai sopportata. Oggi all'università c'erano ragazze che organizzavano la serata con le amiche, ansione di poter trasgredire e fare le stupide con camerieri, come se non ci fosse un domani.
Non avete idea di quanta rabbia mi facciano questi discorsi e questi atteggiamenti.
Sono fiera di non aver mai fatto la stupida in un locale, perdendo oltretutto la dignità, solo perchè "oggi è l'8 Marzo". Mi sono sempre e solo limitata a ricordare, addolorandomi per chi ha avuto il coraggio di sacrificarsi nell'intento di far valere i propri diritti, non solo come donna, ma anche come "persona".
Mi sono sempre documentata e, benchè non mi piaccia la storia a livello scolastico, certi avvenimenti come questo mi affascinano.
Se alcune "ragazzette" e "donnine" (passatemi i termini, non so come altro definirle) mettessero un po' di sale in zucca e s'informassero, capirebbero che dietro all'8 Marzo c'è tutta una storia per nulla trascurabile (e non solo la cenetta e la pioggia insulsa di regali fatti dal proprio fidanzato), che ci ha permesso di arrivare fino a qui, di conquistare la nostra indipendenza non solo "lavorativa" ma anche "emotiva". Vi rendete conto che tra tutte quelle donne che stasera "festeggieranno" (che termine orribile), la metà e forse più di loro, non conosce neanche un briciolo di storia legata a questo giorno? È parecchio squallido. Ecco cosa fa il consumismo. Allora sapete che faccio? Mi limito a lasciare una traccia indelebile di quello che seppur passato, continuerà a costituire il nostro presente ed il nostro futuro.

Festa della donna: origine, passato e presente della lotta ai diritti femminili

Una giornata per ricordare le conquiste passate, fare il punto su quanto c'è ancora da fare in materia di diritti e pari opportunità e rendersi conto di come le donne siano, ancora oggi, oggetto di violenza: l'8 Marzo si celebra la Giornata Internazionale della Donna, ricorrenza densa di significato e storicità.
La Festa della Donna, strettamente legata alla storia del movimento per i diritti femminili, diventa un momento per festeggiare, ma soprattutto un’occasione per prendere coscienza del posto riservato alla donna del mondo.
Ancora oggi accade che la posizione della donna nella società sia subordinata e discriminata rispetto a quella dell’uomo. Alcuni esempi? Sul lavoro, nella vita privata o in materia di indipendenza economica, la donna ricopre spesso il secondo posto. Senza contare, poi, che l’universo femminile è ancora oggi oggetto di violenza costante: secondo recenti stime, una donna su tre rischia di essere violentata o picchiata nel corso della sua vita.
Con oltre cento anni di storia alle spalle, la Giornata Internazionale della Donna trova le sue origini nei primi anni del 1900. E se le prime rivendicazioni e scioperi cominciarono negli Stati Uniti con l'istituzione di un Women's Day, per ritrovare una forma strutturata di rivendicazione tutta al femminile bisogna aspettare il 1911 e il congresso Socialista delle Lavoratrici di Copenaghen, durante il quale viene presa la decisione di istituire una giornata dedicata ai diritti delle donne. L’istituzione della Giornata Internazionale così come la conosciamo oggi, tuttavia, arriva nel 1977 per volontà dell’UNESCO.
Oltre cento anni di lotta per riuscire a ottenere diritti che, oggi, appaiono scontati alla maggior parte delle donne: la possibilità di studiare, lavorare, votare e avere un'indipendenza economica sono, al contrario, il frutto di aspre battaglie con la quale la donna è riuscita ad emanciparsi da famiglia e controparte maschile.
Ma cosa rimane, oggi, dell'originario spirito che animava la Giornata Internazionale della Donna? Inutile dire che le commemorazioni dell'8 marzo stanno perdendo i connotati tipici della lotta per diventare un fenomeno prettamente commerciale.
Mai come oggi, tuttavia, sarebbe necessario recuperare i primordiali valori di cui si vestiva tale commemorazione: momento di riflessione e confronto, la festa delle donne deve essere un occasione per rivendicare diritti negati, dire no alle violenze e porre le basi per un futuro migliore per le donne di tutto il mondo.





Fonte: sapere.it
Foto: Maurizio Albissola.com

Sono orgogliosa di essere donna. Il solo fatto di esserlo mi permette di onorare e celebrare - non sono in questo giorno ma 365 giorni l'anno - chi ha avuto il coraggio di lottare per conquistare i propri diritti.

Cronache di vita

martedì 6 marzo 2012

Ebbene, sembrerebbe proprio che alla fine io sia tornata qui, tra queste mura virtuali.
La verità? Mi mancavate, ragazze.
E questo l'ho capito quando sono cominciati i problemi, quelli veri, quelli reali. Mi è mancata una vostra parola di conforto, un vostro sorriso lasciato tra questi versi che, inevitabilmente, diventava il mio sorriso.
Ho conosciuto qui tante persone speciali che nel bene e nel male, hanno cercato loro malgrado, di seguirmi anche su altervista, con visibile difficoltà.
Che poi a me la solitudine proprio non piace. Sì è vero, ci sono le amiche di sempre, quelle speciali : la mia Sorellina, Valentina, Ines... Ma so che, bene o male, loro continueranno a seguirmi anche perchè con loro, ho già un rapporto unico.
Quello che voglio cercare di fare è instaurare un rapporto "simile" anche con voi, cominciando da qui, cominciando dall'aprirmi seriamente. So che certe cose dovrebbero rimanere chiuse a chiave nel cuore, per non spifferarle così, ai quattro venti. Ma ho bisogno di parlare, ho bisogno di qualcuno che mi ascolti. Qualcuno di estraneo alle vicende, che mi possa parlare perchè lo sente davvero e non perchè, conoscendomi realmente e vedendomi triste, lo vede quasi come un obbligo quello di tirarmi su il morale.
L'ultimo mio post qui, risale al 1 Gennaio 2012, in cui speranze e desideri si facevano strada nella mia mente.
Le cose, come sempre, sono andate diversamente da quello che mi aspettavo.
Ma andiamo con ordine:
  • Mia zia sta meglio anche se purtroppo, non tornerà mai più come prima. I danni dell'ictus sono irreversibili. I miglioramenti che potrà ottenere con la fisioterapia saranno comunque minimi.
  • Avevo trovato un lavoro per il quale mi avevano "presa". Successivamente però l'ho dovuto rifiutare perchè troppo lontano.
  • Mi sto dedicando allo studio, ho intenzione di finire presto perchè devo cominciare a plasmare il mio futuro, costi quel che costi!
  • Nota dolente: mio padre qualche giorno fa è stato licenziato.
Ed è proprio su quest'ultimo punto che vorrei soffermarmi. Alcune di voi già lo sanno, a seguito di un post sul mio vecchio blog. Non penso sia questa la sede in cui raccontare per filo e per segno l'accaduto, ma permettetemi di sfogarmi. I problemi in azienda erano noti già da un po', ma mai avremmo pensato che sarebbero potuti arrivare a tanto.
Non mi fa male ciò che è successo in sè, ma piuttosto il trattamento riservato a mio padre. È stato umiliato, nonostante abbia dato l'anima a quell'azienda per ben 33 anni. Mi fa male vedere che dai suoi occhi traspare tristezza e disperazione nel non saper più come tirare avanti fino alla fine del mese. Ha quasi 53 anni, un infarto alle spalle, e di certo la situazione del nostro paese non aiuta i disoccupati.
Stiamo cercando di fargli forza, anche se è difficile, lo sappiamo bene. A volte, temo che possa stare ancora male a causa di persone dalla scarsa umanità. A volte ho anche paura che crolli. Mi limito quindi ad abbracciarlo forte, anche se forse la vicinanza fisica e morale serve a poco quando tutto quello che avevi faticato a costruire ti crolla addosso e non per causa tua.
Io mi auguro che tutto si risolva per il meglio, anche se non so come, davvero. Spero che esista un Dio lassù, non per farla pagare a chi di dovere (tanto, affonderanno da soli, senza bisogno della provvidenza divina), ma per dare la forza al mio papà di rialzarsi e lottare, per riprendersi quell'orgoglio che ingiustamente gli è stato strappato via.
Forza papà, io credo in te... E anche se ti sembra tutto difficile e complicato adesso, ricorda che non sei solo.
Ti voglio bene.

La forza "umile" del cristiano può andare incontro a insuccessi, ma resta animata da una fiducia che non ha la sua misura nel risultato immediato.
Avere speranza non vuol dire possedere una visione lucida di come sarà il domani. La speranza profonda viene dalla convinzione che la famiglia degli uomini e dei popoli non è stata abbandonata da un amore più grande.
Andrea Riccardi

Buon 2012!

domenica 1 gennaio 2012

Per questo nuovo anno, non desidero pianificare gli eventi, pianificare la felicità.
Desidero semplicemente che le persone che amo siano in salute, desidero vedere i loro sorrisi e non rughe che scavano il cuore per il troppo dolore.
Desidero realizzare i miei due più grandi sogni, che mi limito a non dire per scaramanzia.
Desidero semplicemente vivere una vita degna di questo nome.
Sono stanca della sofferenza che il 2011 ha portato nel mio cuore e in quello dei miei famigliari e in questo senso, spero che il nuovo anno sia nettamente migliore.
È tardi per fare bilanci che forse, non voglio nemmeno affrontare. Di cose brutte per cui ci portiamo dietro ancora gli strascichi ne sono successe, è inutile sforzarsi di dimenticare.
Qualche mese fa ho rischiato di perdere il mio papà per un infarto e non posso fingere che non sia accaduto nè di non avere paura. Però confido nel tempo, augurandomi che sappia risanare una ferita che dopo mesi, mi pare ancora troppo fresca, profonda.
Mia zia, in questo brutto 2011, è stata costretta in un letto di ospedale per uno stupido errore dei medici e non sappiamo nemmeno se si riprenderà. Spero solo in un miracolo, un miracolo vero.
Sono tanti i motivi che mi spingono a voler cacciare via un anno orribile per spalancare le porte ad uno nuovo.
Non pretendo ricchezza, desidero solo serenità.
Chissà che i miei desideri forse semplici, forse troppo banali, questa volta vengano esauditi...
Mi piacerebbe tanto vedere il loro sorriso, non la preoccupazione.
Io chiedo questo, solo questo...

Buon Anno a tutte/i voi, sperando che il 2012 vi porti tutto ciò che desiderate.
Spero che in questo nuovo anno ogni uomo
lungo il suo cammino possa incontrare la pace del cuore.
Che l'amore possa regnare in ogni famiglia,
che ogni pianto si tramuti in pianto di felicità.
Che ogni bimbo povero possa trovare un sorriso,
che ogni sofferenza si tramuti in gioia.
Che ogni paese in guerra possa deporre le armi,
che ognuno diventi fratello senza odio nè rancore.
L'anno che verrà spero con tutto il cuore che possa
portare per voi tutti tanta serenità.

Come si cambia...

mercoledì 28 dicembre 2011

Cambiare blog, è un po' come cambiare città, casa e abitudini.
Ti ritrovi spaesata in un posto mai visto prima che ancora non sa nulla di te e che presto conti di far diventare tuo, apponendoci sopra i "manifesti" dei tuoi ricordi.
Una nuova "casa" virtuale, ancora tutta da arredare, ancora tutta da vivere. Ci sono solo le pareti con la carta da parati che ho scelto personalmente: il resto dipende poco o niente dalla sottoscritta. E (quasi) tutto merito dell'architetto.
Ci abito da poco qui, però già mi piace. Sono consapevole di aver lasciato una casa confortante, ampi locali e cucina abitabile... Ed anche se qui è un posticino modesto (per ora) mi trovo più a mio agio. L'ambiente è caldo, non sento più quel freddo delle vecchie pareti che anche se arredate, mi parevano sempre spoglie.
E poi beh... Il paesino mi piace, mi piace molto.
Ci sono un sacco di ragazze nel vicinato che ho avuto già modo di conoscere... Chissà, magari essendomi trasferita qui, a pochi kilometri di distanza, sarà più facile raccontarsi della propria vita, senza perdersi i pezzi di un puzzle che altrimenti, sarebbe troppo difficile ricomporre.
Poi sì, ci sono quelle solite amicizie, quelle datate, quelle che è sempre un piacere rivivere e che sono sicura, coltiverò nonostante lo spostamento.
E poi la volete sapere la novità? Tra poco si trasferirà anche il mio Quore non lontano da qui... Ed io sì, sono felice.
Se qualcuno mi chiedesse il reale motivo del mio ennesimo spostamento, probabilmente non saprei che rispondere. Mi verrebbe semplicemente da dire che forse l'ho fatto per dimenticare. Quella vecchia "casa" era intrisa di brutti ricordi: l'infarto del mio papà, la salute di mia zia che ancora, non vede netti miglioramenti... Ed io so che scappare è la più facile delle scelte, ma so anche che non si può dimenticare. Quindi io sto qui: casa nuova, aria buona ma... vecchi ricordi. Per quelli purtroppo non hanno ancora inventato un antidoto capace di cancellarli ma... Insomma, faccio quello che posso.
Di sicuro non dimentico ma ricomincio facendo tesoro delle esperienze vissute, passate.
Quindi eccomi qui: sono sempre io, nella mia nuova casa, sperando di poterne imbrattare le pareti con bellissimi ricordi.
Io ci spero davvero, eh?
E mi auguro che mi farete compagnia.
Questa è la vera natura della casa: il luogo della pace; il rifugio, non soltanto da ogni torto, ma anche da ogni paura, dubbio e discordia.
John Ruskin